M9 a Mestre: l’imperdibile museo del Novecento

M9 a Mestre: l’imperdibile museo del Novecento

Il Museo del 900 a Mestre è uno dei musei più belli in cui io sia mai stata. Architettonicamente è affascinante, e vi consiglio un giretto all’esterno prima di entrare, non prima di aver preso un bel caffè e un dolcetto nella piazza principale di Mestre!

Il lavoro che è stato fatto per realizzare il percorso espositivo è davvero eccellente: due piani di storia del 900, un secolo importantissimo per la storia dell’umanità, con un focus sull’Italia. L’esposizione permanente è vastissima e avrete bisogno di almeno un paio d’ore per godervi tutte le sezioni.

Il primo piano

Il primo piano, da dove inizia il giro consigliato, tratta della vita quotidiana. Racconta come sono cambiati i volti e i corpi degli italiani, le loro famiglie, i ruoli sociali e di genere, gli spazi domestici, le tecnologie e gli oggetti, gli abiti, gli alimenti, i luoghi di lavoro e i sistemi produttivi, il benessere complessivo raggiunto. In questa prima parte ci si trova faccia a faccia con la popolazione del 1901, del 1961 e del 2011: è un’occasione per capire come e quanto siamo cambiati: siamo di più e siamo più vecchi, viviamo in famiglie più piccole, studiamo più a lungo, facciamo lavori meno faticosi, siamo più alti, robusti e sani dei nostri antenati.

M9 Museo del 900 Mestre_esterno

Nell’arco di pochi decenni il popolo italiano è cambiato, l’ italian way of life è evoluta velocemente, tutto è cambiato: i modelli di consumo, gli ambienti domestici, i riti sociali, gli elementi caratteristici della cultura materiale Italiana. La casa è il fil rouge che ci accompagna in questa esplorazione, come metafora degli enormi cambiamenti del secolo ma anche come luogo di design, innovazione tecnologica e sociale. Sapevate che per gran parte del Novecento gli italiani sono vissuti in case prive persino del gabinetto? O che fino agli anni ’50 moltissimi italiani non hanno di che vestirsi (nonostante oggi gli italiani siano vere e proprie icone di stile)?

Per gli amanti degli animali, c’è una parte dedicata a come nei decenni è cambiato il rapporto degli italiani con gli amici a 2 o 4 zampe. Da bestiame a veri e propri membri della famiglia, gli animali da compagnia gradualmente entrano nelle case, vengono nutriti, coccolati, curati e protetti come familiari. Nel 1901, cani e gatti non venivano neanche menzionati, né venivano censiti gli animali da compagnia. Galline, asini e porcellini vivevano spesso in casa, ma come animali da lavoro o, semmai, come futuri alimenti. Trascorso un secolo, gli animali di casa oggi equivalgono agli esseri umani: in Italia vivono 60,5 milioni di persone e 60,4 milioni di animali da compagnia: 7 milioni di cani, 7,4 milioni di gatti, 12,8 di uccelli, 29,9 di pesci, 1,8 milioni di sauri e rettili e 1,3 di piccoli mammiferi. Il 90% degli italiani non si considera più il loro proprietario, ma li ritiene a tutti gli effetti famigliari amatissimi, provando per loro sentimenti fortissimi.

M9 Museo del 900 Mestre_Miss Italia

Il secondo piano

Cosa ci fa sentire italiani? Questa è la domanda a cui risponde l’esposizione al secondo piano. Spazi pubblici, luoghi collettivi, urbanizzazione, partecipazione politica e istituzioni, fino a una riflessione sull’identità nazionale attraverso la scolarizzazione, l’alfabetizzazione, i culti religiosi e i consumi culturali di massa e di élite. Quando Celentano cantava “Il ragazzo della via Gluck” la figura del ragazzino cresciuto in campagna che si trasferiva in città era molto reale: gli anni dell’urbanizzazione e dello svuotamento delle campagne sono testimoniate in numerosi video e documenti storici dell’epoca.

La scolarizzazione, vera leva di innalzamento culturale del paese negli ultimi decenni, è passata anche dal dialetto, il bilinguismo, da tanti trasferimenti di maestri nelle campagne. Potrete divertirvi a vedere come erano fatti i banchi, le penne o le foto di classe delle scuole di campagna.

Per creare gli italiani moderni, però, oltre alla scuola serviva ben altro. I partiti politici, le associazioni di categoria, i sindacati, le forze armate, la Chiesa, ma anche gli editori, i giornali, i canali radiofonici e televisivi. Che ruolo hanno avuto l’educazione, la formazione e l’informazione? Com’era la comunicazione in un’epoca in cui non esistevano Internet e i social? Molto impegnativa, così come l’attivismo. Bisognava scendere in piazza, agire in prima persona, fare barricate e manifestazioni, scioperi e comizi.

Il secolo (e l’esposizione) finisce con il boom economico degli anni 80 e 90, la nuova moda travolgente, il benessere, le auto, il design. Un bignami della storia del nostro paese, fatto con accuratezza, moltissima interattività divertente, ma anche con molti documenti audiovisivi, cartacei, davvero immersivi. Consigliatissimo!

M9 – MUSEO DEL ‘900– Via Giovanni Pascoli 11, Venezia Mestre

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