La stanza di Francesca Sorge

La stanza di Francesca Sorge

Ho una stanza non molto grande, una parete color ottanio e dei quadri affissi. Raccontano d’amore e di gentilezza, di Tina Modotti, di Frida e tra queste ho anche inserito un ritratto del mio cane.

Mi piace il colore di questa stanza, mi rilassa e mi accoglie nelle mie serate al divano, mentre leggo o vedo la tv, tanta tv.

Sotto i quadri c’è un giradischi con il vinile di Paul Anka e poco dietro, ma non per importanza, c’è anche quello di Ambra Angiolini.

Primo coming out: sono figlia degli anni ’90 e non me ne vergogno.

Accanto ai vinili però, c’è l’Almanacco “FUORI”, una raccolta creata in occasione dei 50 anni della fondazione del “Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano” posato come reliquia su un grande bidone di latta della Coca – Cola, anch’esso figlio della mia generazione.

Difronte a questa parete c’è una grande libreria, ricca di libri di vario genere ma principalmente a tematiche femministe e LGBTQIA+.

Puoi trovare Carlotta Vagnoli, Virginia Woolf, ma anche Despentes, Carolyn Hays o Bernardine Evaristo.

Non mi definisco esperta del genere ma ne sono appassionata.

Secondo Coming Out: sono lesbica.

In questa stanza, provata dal freddo milanese, cresce lentamente una San Severia, accanto puoi trovare la mia Fender Acustica e poco più su la mia mirrorless, sorella delle mie avventure.

Adagiata sul suo cuscino e quasi sempre dormiente c’è Pound, la mia cagnolona, una Labrador nera fin troppo giocherellona.

E poi ci sono io, che vivo tra libri, tv, telefono e pc, scrivo davanti alla finestra che si affaccia sul mio giardino e resto in attesa della primavera.

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