Domenica è di nuovo il mio giorno preferito
La domenica “non ci sono sveglie”, come recita il desktop del mio telefono: la modalità pigiama party è rigorosamente on. Io e il mio letto siamo BFF, best friends forever, e questo è il lato positivo di questo giorno meraviglioso.
Tuttavia la domenica è stata anche il giorno del vuoto assoluto e del pessimismo cosmico. In questa giornata senza impegni si sono fatte spesso largo dentro di me riflessioni su ciò che è e che è stato.
Sono certa che il mal de vivre a Baudelaire sia venuto proprio di domenica.
La domenica può essere tempo di bilanci. Sunday morning brings the dawn in, it’s just a restless feeling by my side. Early dawning, Sunday morning it’s just the wasted years so close behind. Dove sono? Dove sto andando? Avrò preso l’incrocio giusto o sto sbagliando strada?
Chiedo a Siri: è questo il percorso corretto per la mia vita?
E lei: Ecco le indicazioni per Vita. Avvio itinerario per Vita. Vai verso sud su via Freemantle.
Ebbene sì esiste un paese in provincia di Trapani che si chiama proprio Vita. Epic fail. Siri non capisce e allora insisto. Siri tu sei felice? Preferirei parlare di te, non di me. Inizio a sospettare che la domenica non sia facile neanche per lei. È confortante sapere che siamo in due: mal comune mezzo gaudio.
In passato per me l’unica soluzione per sopravvivere alla domenica è stata riempire i vuoti con rendez-vous, cibo, passeggiate, shopping and so on. Le partite della Juventus, per esempio, sono state un appuntamento fisso. God save the football. Per non parlare del brunch con le amiche, un’ottima occasione per pensare ai loro problemi anziché ai miei.
E il cinema pomeridiano? Avete mai pensato alla fila che c’è al botteghino di domenica? Una marea di
persone che non ha voglia di pensare o che non ha niente da fare. In fondo è una giornata stupida, di
alternative non ce n’è, quello che c’è è una noia umida.
La verità vera è che tutto questo malessere domenicale mi prendeva quando ero single o in una qualche relazione non etichettabile.
Oggi mi rigiro nel letto e rimango assorta ad ascoltare il respiro del mio compagno. Facciamo colazione insieme davanti a un caffè fumante, in rigoroso silenzio. Mettiamo la nostra musica preferita, parliamo della settimana appena trascorsa, decidiamo cosa mangiare, cuciniamo, ci abbracciamo. Sono piccole grandi cose. E ho smesso di guardare le partite di calcio.
Per una donna indipendente da sempre come me la consapevolezza che sia stato un uomo a cambiarmi la vita è una pillola dura da ingollare, ma è meglio essere sempre onesti con se stessi.
Valeria de Bari
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