
Le rivelazioni del Principe Harry ci interessano ancora?
Questa è la storia di un matrimonio interrotto. Anzi no.
Questa è la storia di una madre. Anzi no.
Questa è la storia di due fratelli: Harry e William.
Spare
Prince Harry negli ultimi giorni in seguito all’uscita di Spare – la sua biografia – è su tutti i giornali.
Il libro del duca di Sussex nel primo giorno di pubblicazione ha raggiunto il record di 1,4 milioni di copie ed è il volume di saggistica più venduto di tutti i tempi nel Regno Unito.
Nella classifica delle vendite senza distinzione di generi sarebbe secondo soltanto all’altro Harry, quello con gli occhiali, che di cognome fa Potter.
Il libro, essendo un biopic, contiene, ça va sans dire, molti dettagli della vita di Harry (alcuni dei quali alquanto imbarazzanti, come il racconto della sua prima volta).
Ma l’opera sta facendo parlare del Principe perché Harry affronta il tema del distanziamento preso dalla famiglia reale, e soprattutto degli attriti con suo fratello William, erede al trono.
Le rivelazioni di Harry
L’insofferenza di Harry nei confronti del suo ruolo pubblico era già emersa nel 2020 quando lui e Meghan, la sua consorte, si erano dichiarati indipendenti dalla famiglia reale britannica.
In un post di Instagram datato 8 gennaio 2020 i duchi scrivono:
“Dopo molti mesi di riflessione e discussioni interne, quest’anno abbiamo scelto di effettuare una transizione iniziando a ritagliarci un nuovo ruolo progressivo all’interno di questa istituzione. Intendiamo fare un passo indietro come membri ‘senior’ della famiglia reale e lavorare per diventare finanziariamente indipendenti, pur continuando a sostenere pienamente Sua Maestà la Regina. È con il suo incoraggiamento, in particolare negli ultimi anni, che ci sentiamo pronti a fare questo passo”.
L’anno seguente la frattura tra la coppia e la famiglia reale diventa inequivocabile quando Harry e Meghan rilasciano un’intervista alla regina della televisione americana Oprah Winfrey, in cui, tra accuse di razzismo e racconti di liti tra cognate, dichiarano che “se ne sono andati per carenza di sostegno e comprensione” da parte dei membri della famiglia reale.
C’è poi il documentario uscito su Netflix a dicembre 2022 con ulteriori “rivelazioni” e segreti di famiglia.
Selvaggia Lucarelli riassume in un post di Instagram l’atteggiamento che il principe Harry ha avuto nella gestione dei media:
“Quindi Harry […] odia la pressione mediatica perché quella pressione ha ucciso sua madre, ma trascorre la vita parlando attraverso i media, alimentando l’interesse mediatico.
Dice che vuole affrancarsi dalla corona per trovare una sua identità e continua a fatturare vendendo rivelazioni sulla corona un tanto al chilo.
Dice che la vita con i paparazzi sempre addosso non è vita ma poi diventa paparazzo di se stesso, mettendosi video-maker, giornalisti, fotografi in casa per anni. Naturalmente assieme a Meghan, quella che frigna perché i fotografi la aspettavano in quel luogo di pellegrinaggio ascetico che era il set di Suits.
Dice che la famiglia reale usava i media per screditarli e loro hanno messo in piedi la più grossa e remunerata campagna di screditamento della corona mai esistita.
Accusano il padre di Meghan e la stampa di aver venduto le loro vite per soldi e loro vendono la loro vita per soldi.
Sono scappati perché non volevano che la loro vita fosse fiction e hanno realizzato il loro grande, malcelato sogno: trasformarla in un reality.
In cui i media non sono più nemici intrusivi da evitare, ma megafoni utili alla loro santificazione.
Quello di Harry e Meghan non è un attacco al sistema. È una calcolata, utilitaristica vendetta mascherata da ribellione. Peccato che, di fatto, nessuno abbia ancora capito perché la legittima insofferenza rispetto al ruolo e alle privazioni della libertà che quel ruolo competeva, sia passata attraverso gossip e sputtanamenti, accuse crudeli ma sempre vaghe e una perenne ricerca di colpevoli che alla fine non sembrano davvero aver commesso i crimini evocati, suggeriti, sussurrati.
[…]
Livelli di vittimismo e di scollamento dalla realtà che nemmeno un bambino a cui togli il ciuccio”
Che il rapporto tra Harold e i media sia pieno di contraddizioni è un dato di fatto: considera la sua vita come un reality show eppure contribuisce a mantenerla sotto i riflettori, stipulando contratti con Netflix. Dichiara l’indipendenza dalla famiglia reale inglese ma vuole mantenere il titolo nobiliare e la scorta. Dice di essere insofferente alle attenzioni della stampa e poi le alimenta con interviste andate in onda in prime time sulla CBS.
Nel frattempo la famiglia reale resta elegantemente in silenzio, senza offrire in pasto ai media la propria versione dei fatti.
C’era una volta Prince Harry
Il secondogenito di Carlo e Diana è nato nel 1984 e, per molte millenial come me, è stato l’uomo dei sogni, quel nobile reale che incarnava la figura del principe onnipresente nei grandi classici Disney con i quali siamo cresciute: da Cenerentola a Biancaneve, da La Bella addormentata a La Sirenetta.
Quando frequentavo l’Università indossavo una t-shirt con la Union Jack su cui si poteva leggere “Keep calm Harry is still single”. Harry rappresentava la speranza che il principe azzurro non fosse una bugia.
Uso l’imperfetto per due motivi: il primo è che Harry non è più single, ma è sposato e ha due figli; il secondo è che Harry ha dimostrato di essere esattamente un uomo tra tanti, con le stesse fragilità e debolezze, con lo stesso bisogno di vendetta, di approvazione, di soldi.
Le sue rivelazioni ci hanno mostrato un Harry molto diverso da come l’avevamo sognato e desiderato.
Ci interessano ancora? Forse no e, forse, avremmo preferito più discrezione.
Valeria de Bari